"Primavera dei Garofani di Luanda"

Raggiungemmo Luanda, ancora una volta in aereo, via Bruxelles Abidjan-Luanda, che le truppe Portoghesi non avevano ancora completato la partenza. Vidi imbarcarsi gli ultimi reparti dell’Esercito coloniale Portoghese. Tentammo immediatamente, grazie alla collaborazione dei capi della resistenza dei partiti Democratici, di contattare i capi del F.N.L.A. (Fruente Naçional de Libertaçao de Angola) di Holden Roberto e la più potente U.N.I.T.A (Uniao Naçional por a Indipendençia total de Angola) di Jonas Savimbi. I tentativi di creare una forza militare unita e Democratica ci portarono, dopo alcune settimane di trattative con vari emissari delle diverse formazioni, a redigere il seguente rapporto: Il F.N.L.A di Holden Roberto era disposto ad unirsi a noi per la conquista del potere in Angola, ma era appoggiato da Mobuto Sese Seko, Dittatore dello Zaire e Presidente del Partito Unico "Mouvement Populaire de la Revolution". Mobuto aveva in odio l’U.N.I.T.A degli Ovimbundu che rivendicavano l’indipendenza del Katanga da lui soggiogato con il Terrore, a detta degli Ovimbundu ribelli e, sicuramente, non lo avrebbe liberato viste le ricchezze minerarie (anche in diamanti) che lui sfruttava. Il F.N.L.A. era però disposto ad una alleanza con la Colonna Libertad per combattere contro il M.P.L.A. e l’U.N.I.T.A per la conquista del potere. Erano però disponibili ad una alleanza temporanea con l’U.N.I.T.A per resistere all’imminente invasione dell’Angola da parte di truppe Sovietico-Castriste. Lo stesso impegno ottenemmo dagli emissari dell’U.N.I.T.A che, però, non credevano che un Armata Comunista stava per arrivare in Angola, chiamata dall’ M.P.L.A. di Agostinho Neto e Mario De Andrade, per sconfiggere i "Terroristi ed i Mercenari delle Potenze Imperialiste ...!?" . Non fu facile strappare questo impegno, l’U.N.I.T.A era una formazione guerrigliera composta esclusivamente da Ovimbundu degli altipiani e teorizzavano il loro diritto a governare l’Angola in qualità di discendenti puri dei Bantù che lo occuparono qualche secolo addietro (la razza eletta di quelle parti insomma!). La Colonna Libertad era composta da "sanguemisti", in realtà eravamo il nemico per loro! Riuscimmo comunque ad organizzare una specie di fronte comune anticomunista. Ma, fatto questo, sperai che le informazioni raccolte dalle "Colombe" fossero sicure, cioè che effettivamente una Armata Sovietico-Castrista stava arrivando a Luanda. Per una volta tifavo per "loro"!. (Degli emissari contattati ricordo solo quello dell’UNITA, un certo ...Laurenço Da Silva, un ex professore di scuola, perché, sul fiume Cuando, decise di restare con la Colonna Libertad, anziché andarsene con l’UNITA : "sono i miei ragazzi !" - ci disse, riferendosi al fatto che molti dei volontari lo conobbero come loro professore. Gli affidammo il Comando della Colonna.) Le cose si erano messe male per Agostinho Neto, sia sul terreno Militare: le battaglie non si combattono con i burocrati di Partito e gli imboscati ; sia su quello popolare : non era in grado di garantire che al mercato ci fossero merci da acquistare e da mangiare. In poche settimane l’Angola finì nel caos. Neto usciva spesso in Televisione, in uniforme come Castro, predicava che : "il Socialismo non è una merce che si può comprare al mercato". -"Ma al mercato non c’è più nulla!" ormai commentavano tutti !. Arrivarono in forze tra fine Maggio e primi di Giugno del ‘75. A bordo di navi Mercantili Sovietiche. Per tutta una settimana a Luanda non si vedeva altro che sbarcare Carri armati T-54 (di fabbricazione Sovietica) e soldati Cubani. Quasi tutti con la barba come il loro dittatore e, all’aeroporto, atterravano stormi di MIG 21 (di fabbricazione Sovietica) pilotati da Cubani. Ma, erano centinaia anche gli "Istruttori" militari biondi e ... non erano turisti Svedesi !. Iniziarono subito a garantire il potere all’M.P.L.A. Arrestavano chiunque si opponesse o semplicemente protestasse la violazione dei Diritti all’autodeterminazione del popolo d’Angola. Ci furono anche molte fucilazioni e molti che correvano ad arruolarsi nella Colonna Libertad. 

Affrontammo una prima battaglia a Salazar(nel retroterra di Luanda), la Colonna si comportò bene ed avemmo la meglio. Questo entusiasmò i volontari della Colonna Libertad, del F.N.L.A. e dell’U.N.I.T.A. che, per la prima volta, combatterono insieme.

(Battaglia di Salazar '75)

Per noi, la regola, era sempre la stessa: "Chi veniva ferito e non poteva essere salvato, doveva morire prima della cattura! Era qualcosa che sapevamo bene, visto che nessuna missione di recupero sarebbe stata autorizzata, attraverso i canali normali e ne l'Italia ci avrebbe rivendicato. Con i miei commilitoni avevamo parlato in qualche occasione di questa eventualità. Avevamo pensato che non ci saremmo sicuramente arresi, ma nemmeno avremmo abbandonato uno di noi! Avremmo combattuto uniti fino all'ultimo! Noi li lasciammo festeggiare, ma non eravamo affatto entusiasti. Quella che avevamo sconfitto era solo l’avanguardia dell’Armata Sovietico-Castrista. Erano ben Armati ed equipaggiati ; avevano Carri Armati T-54 ; quelli che ci avevano attaccati dal cielo erano caccia bombardieri Mig 21 e Suchoy 22. Se c’erano loro, significava che Mosca intendeva fare le cose in grande e avremmo conosciuto presto anche gli elicotteri armati Mi 24. Inoltre i caduti Cubanied i prigionieri catturati erano "Barbudos", e quella che avevamo di fronte era la Divisione Corazzata "Ernesto Guevara (detto el Che)". Il Comandante era il Generale Manuel Ochoa, uno dei Colonnelli di "Cuba Libre", non un burocrate, ma un combattente vero ! Insieme a "Cienfuegos" spianarono la strada a Castro e Guevara nella guerra a Batista ed agli Americani. Noi avevamo una Colonna di circa 2.000 volontari, idealisti che si battevano come leoni, anche le donne. Ammirevoli, ma ci vuole altro!. Molto più numerosi erano i combattenti dell’UNITA, almeno 20.000, compreso il FLN, in quella occasione. Ma, eravamo convinti che l’alleanza non sarebbe durata a lungo e, quindi, non ci facevamo affidamento. Io ero rimasto il solo, della vecchia guardia che aveva addestrato i volontari della Colonna Libertad nel 1974, a ritornare in Angola. La Decuria di cui facevo parte, la IX e le altre che parteciparono alla Operazione Primavera dei Garofani di Luanda nel ‘74 non tornarono dal Vietnam : erano rimasti sulla "coda del Dragone !". In questa operazione ero stato affiancato dalla III-IV e V Decuria della II Centuria e, vista la mia esperienza precedente, avevo il Comando. Dopo breve tempo, una decina di giorni, la V Decuria fu richiamata in Italia per un altra operazione (non so quale). Inoltre, avevamo vecchi fucili dell’Esercito Portoghese, alcune pistole Star, nessun equipaggiamento, nessuna copertura aerea, nessun mezzo anticarro, niente medicinali nè viveri e ... stavamo raccogliendo le armi e le munizioni del nemico vinto. Sapevamo, e ne eravamo certi, che l’UNITA ed i Frontisti, non sarebbero restati con noi a lungo. Appena si fossero resi conto che la partita era perduta si sarebbero dileguati, non per viltà: si battevano con coraggio!, ma perchè la causa non era comune. Non gli interessava niente della Democrazia, della Libertà, volevano cacciare gli stranieri dalla loro terra: "Terra Bantù!", dopo i Portoghesi i Cubani, dopo i Cubani i sanguemisti; i non Bantù. Infatti, dopo alcune azioni di Guerriglia, anche queste vittoriose e che ci permisero di riarmarci, finimmo per separarci dopo la battaglia sul fiume Cuando. Ochoa, dopo tutte le ricognizioni e gli attacchi aerei, sapeva tutto di noi, ci aveva spinto verso l’altopiano, allontanandoci dalle Città dove avremmo potuto trovare aiuto e mettendoci alle spalle lo Zaire di Mobutu. Voleva una guerra lampo, sapeva che se non riusciva ad annientarci completamente entro poche settimane si sarebbe arenato in Africa con tutta la sua poderosa divisione corazzata. 

Avevano già tentato altre volte guerre Africane e furono un disastro !. Anche "el Che" vi partecipò, in persona e proprio quì, in Africa Sud Occidentale, sul confine tra l’Angola e l’ex Congo. In Africa si vince subito ... o si muore,giorno dopo giorno, di caldo, di malaria, di sete, di diarrea, di qualche "strana" infezione, di noia, di mosche tsè-tsè, di pulci o... assassinati di notte da qualcuno che vuole le tue scarpe !. Per questo ci aveva buttato addosso tutto quello che aveva : per non morire. Noi lo avevamo capito, avevamo capito che non era uno sciocco e avevamo capito che nessuno ci avrebbe aiutato. Niente rinforzi e niente rifornimenti.Avevamo perduto l’Angola, ma era nostra la colpa ?!. Ci attaccò in forze nella valle del Katanga, non era una buona posizione per lui, con tutti quei Carri T-54 da manovrare, ma poteva permettersi anche qualche sbaglio, oltre ai mezzi corazzati, ai Mig 21 e, soprattutto, agli elicotteri, ... erano in ventimila "mas o meno"!. Dopo questi attacchi, il commento più comune che si faceva era :"tropa graçia ... tropa graçia ! , muinto obligados ! !" - ... e seguito da inchino. Riuscivamo a ridere anche del nostro massacro. Tuttavia eravamo rabbiosi ... si infilavano tra la selva con i mezzi pesanti, finivano con i cingoli, da un lato, nei fossi mostrando la pancia e, ... se solo avessimo avuto armi adatte : qualche mina magnetica, bazooka o almeno dei F.A.L con Tromboncino lancia bombe-anticarro, qualcosa ... ma non avevamo niente di tutto questo ed era inutile pensarci. La notte ci avvicinavamo alle loro posizioni e riuscivamo ad attaccarli da dietro le loro linee, eravamo specialisti in questo e... tanto valeva divertirci un po'!. Riuscimmo a far saltare diversi carri, usavamo i loro stessi serbatoi per farli esplodere infilandoci dentro l'unico esplosivo di cui potevamo disporre: le bombe a mano. A volte, invece, aprendo le torrette, li allagavamo di fusti di carburante e gli davamo fuoco illuminando la notte, fino a che non esplodevano le loro stesse munizioni. Combattemmo per tre giorni, senza sosta. Ma, presto, tutto si avviò alla fine, come l'acqua finita da un pezzo. "La radio possiamo scordarcela, è ridotta come un colabrodo" - dissi, dopo aver provato a sintonizzarla un ultima volta. Era stata colpita da proiettili vaganti. Vidi controllandola, che sulla cassa si erano conficcati due proiettili. Eravamo tagliati fuori da ogni possibile comunicazione. Il sangue continuava a colarmi giù per la gamba, la coscia mi pulsava. Era come se la baionetta Cubana che mi si era conficcatalì, fino all'osso, durante l'ultimo scontro, continuasse ad esserci ed una mano invisibile la rigirasse dopo averla arroventata sul fuoco. In Africa non si può scherzare con le infezioni. Dovevo cauterizzarla. Lo feci infilando nella ferita aperta alcune bacchette di cordite e dandogli fuoco. Un dolore lancinante che nemmeno la maryjuana, l'unico anestetico di cui potevamo disporre ...se così si può chiamare! riuscì a lenire. Ma, se non l'avessi fatto, probabilmente ora non sarei quì a raccontarla. Comunque, la maryjuana aveva effettivamente attenuato il dolore alla coscia, la ferita non sanguinava più e avevo smesso di zoppicare. La cauterizzaione, per mia fortuna, era ben riuscita. Eravamo davvero ridotti male e, il Generale Ochoa, da vero soldato, ci offrì la resa. Forse cercava di risparmiare i suoi e non sapeva come eravamo ridotti ... Che eravamo finiti!. Come Gladiatori non potevamo arrenderci, ne andava del nostro onore. Ma vista la situazione senza speranza., accordammo il permesso di arrendersi ai volontari Angolani. Nessuno volle farlo, nemmeno i feriti. Decidemmo di farla finita attaccando. Le lingue avevano già preso a gonfiarsi e la morte per sete è un agonia che nessuno voleva vivere! La radio diceva che ad Henrique de Carvalho (nel Nord Est) un certo capitano Denard della Legione Straniera teneva la città, ma, per noi, senza più benzina nè acqua ...era oltre l'infinito!. Decidemmo di voler morire all'alba ...porta bene!. Attaccammo alla baionetta di corsa, non so quanto durò, ricordo che arrivammo sotto i loro carri senza sentir sparare un solo colpo e vedemmo i "Barbudos" allineati sull'attenti che ci presentavano le armi.

(Valle del Katanga 1975)
 
 

Ci fermammo meravigliati, ci stavano rendendo "l’onore delle Armi.Sul carro di testa c’era il Generale Ochoa in persona, salutava militarmente questi straccioni mezzo morti che eravamo ormai. Anche noi salutammo. Notai che indossavaun paio di Ray-ban dorati, a lenti verdi : ... questo non porta bene ad un generale di una Armata Comunista"- non potei fare a meno di pensare. Con pochi ordini secchi i Barbudos si girarono e si allontanarono di corsa. Alcuni restarono, erano medici e curarono i nostri feriti. Riconobbi alcuni che erano stati nostri prigionieri. Dopo le battaglie, avemmo accanite discussioni con l’UNITA : "non potevamo fare prigionieri, quindi li dovevamo uccidere !" (secondo loro). Noi non potevamo macchiare il nostro Onore commettendo Crimini contro l’Umanità ed alle leggi di Guerra. Perciò li disarmavamo e li liberavamo con acqua e viveri a sufficienza (...o quasi, secondo le nostre "scarse" possibilità) per raggiungere un centro abitato. Ora ci restituivano tutto. Ci lasciarono vecchi camion e taniche di Gasolio. L’Angola era ricco d’acqua e con quei mezzi potemmo lasciare il paese dirigendo a Sud verso Windhoeck e Walvis Bay e da lì Città del Capo e l’Italia. Potei pagare i biglietti aerei di prima classe vendendo un diamante da 1 carato che avevo trovato nel Katanga, era ancora incastonato nella roccia (un biglietto aereo costava, all’epoca, circa 700 Rands Sud Africani, che valevano circa £.1000). Molti miei commilitoni, anche questa volta, non ottennero l’imprevisto del ritorno. L’Africa non perdona ferite disinfettate in ritardo, rimasero nel Katanga. Raggiunta Roma, mi presentai all’Ufficio X° e feci il seguente Rapporto : La guerriglia continuava, ma aveva assunto i tratti di una guerra etnica e nessuno di noi avrebbe potuto far niente per cambiarla. Il risultato di ottenere una Unione Anti-Sovietica tra il Fronte Nazionale di Roberto Holden e l’Unita di Jonas Savimbi era stato ottenuto, ma la Democrazia aveva perso comunque, dal momento che la resistenza restava in mano ai gruppi etnici OviMbundu dell’etnia Bantù e la Colonna Libertad, abbandonata da tutti al suo destino, è stata annientata nella valle del Katanga dalla Divisione corazzata "Ernesto Guevara" al Comando del Generale Cubano Manuel Ochoa che ci rese, non richiesto, l’onore delle armi. . Rendo noto cheCiò in giorno imprecisato del Luglio 1975 G.71, G.69 e G.61 sono gli unici superstiti della III e IV Decuria impiegate nella operazione Primavera dei garofani di Luanda. Che 12 Gladiatori sono caduti in battaglia nella valle del Katanga e che, per sottrarli a iene ed avvoltoi, sono stati sepolti tra (circa) il 12° e 13° latitudine Sud e tra il 19° e 20° longitudine Est. Ave!... Gli altri, feriti in battaglia, non sono sopravvissuti alle febbri, dovute alle ferite ormai infette, durante il trasferimento, deciso in Assemblea, verso Windhoeck in Namibia. Sono stati sepolti lungo il fiume Cubango, in zona da circa 15° lat. Sud e 16° Long. Est, fino alle vicinanze del Villaggio di CaiundoAve!...

Nello stesso luogo gli ultimi dei circa seicento volontari Angolani, comandati da Laurenço Da Silva, (l’ex emissario dell’Unita poi unitosi alla Colonna) sopravvissuti alla battaglia del Katanga, furono congedati e ci lasciarono diretti a Nord W, verso Luanda. Conclusi il mio rapporto, sempre rigorosamente orale, ricordando quanti piccoli villaggi avevamo incontrato, con la popolazione civile, donne e bambini, sgozzati o decapitati presumibilmente a causa di odi etnici scatenati dalla guerra tribale che si era sostituita alla "Rivoluzione dei Garofani". Fummo lasciati liberi e, ritirati i nostri stipendi arretrati, rimanemmo a Roma qualche giorno per rilassarci un pò e goderci la condizione di sopravvissuti. 
 
 

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