La missione consisteva nel prendere contatti con un movimento patriottico Nord Africano che si definiva Akbar Maghreb e che si prefiggeva di unificare il Nord Africa in una grande Unione Democratica e federale del Maghreb, "Grande Maghreb" appunto. Ebbi l’indirizzo dell’Hotel in Rue du Maroc a Tunisi e di un magazzino in Rue Sidi Mandri n. 8 a Tetouan ai piedi del Rif, in Marocco. Là sarei stato avvicinato da esponenti del Movimento.

(Chez Younes)

Volevano tentare di rovesciare il Regime del Dittatore Alì Ben Bourghiba di Tunisia (filo sovietico, anche se moderato, cioè "non allineato", ... come la Cuba di Castro, la Jugoslavia di Tito e la Libia di Gheddafi, per esempio) e quello di Benjedid Chadli d’Algeria (anche Lui non allineato, come gli altri!) e provocare la rivolta dei Berberi del Rif, in Marocco, per costringere il Re, Hassan II del Marocco, alle aperture Democratiche di una Monarchia Costituzionale assumendo, così, anche la guida del Movimento Akbar Maghreb. In sintesi un obiettivo ambizioso, ma gli aderenti erano molti e tanti di più avrebbero aderito in una seconda fase. A noi interessava la parte che riguardava il rovesciamento dei Regimi filo Sovietici dei Dittatori d’Algeria e di Tunisia, continuando così a spezzare l’accerchiamento Sovietico dell’U.E.O. Inoltre, Akbar Maghreb, avrebbe indebolito la posizione, nel mondo Arabo, del Colonnello Gheddafi e degli altri Tiranni filo Sovietici o Integralisti Islamici che finanziavano il terrorismo e la Tirannia nel mondo. Il Comando era anche preoccupato dei Piani del Cremlino che, in appoggio a Muhammar Gheddafi e per farlo uscire dall'isolamento Internazionale in cui era tenuto, stavano organizzando unioni Anti-Occidentali tra paesi del Maghreb e la Libia. La prossima "Unione" in preparazione era di nuovo con la Tunisia di Ben Bourghiba, prevista esattamente dieci anni dopo il primo tentativo ... nei primi mesi del 1984 (ancora una volta rovinammo la festa ai Sovietici, questa volta con la Guerra del pane Maghrebina). Ero autorizzato a riferire, ad Akbar Maghreb, che avrebbero potuto avere, in una seconda fase, appoggio Diplomatico Internazionale se avessero dimostrato di poter portare il Nord Africa verso le riforme Democratiche.

Gli incontri avvennero più volte in quel 1983, fino allo scoppio della "Guerra del pane", nel capodanno ‘83-84. Fu chiamata così perchè il pretesto per la rivolta popolare fu il raddoppio del prezzo della farina. Per troppi avrebbe significato la fame ... in tutto il Maghreb!. Organizzandomi per il viaggio, approfittai, per avere un aspetto il più innocuo possibile, di quanto, in quei giorni, mi chiedeva un amico d’infanzia. "Sto per diventare cieco. Una malattia alla retina mi sta portando alla cecità. Ma, prima di perdere la vista del tutto, mi piacerebbe vedere qualcosa di diverso, un pò di mondo ! "- mi disse. Pensai che Franco aveva un aspetto da ragazzo tranquillo ... proprio quello che faceva al caso mio. "Parto per il Nord Africa - gli dissi - una "vacanza" di qualche settimana. Prenderò il Traghetto per Tunisi, poi in treno fino in Algeria e proseguirò con la visita del Marocco. Perché non vieni con me ?." Si dimostrò entusiasta all’idea, ma aveva un problema : poco denaro !.

Anche considerando solo i biglietti A/R ciò che aveva non bastava., ... e poi c’erano gli hotel, il vitto ... etc. Avrebbe proprio voluto farsi il viaggio e così dissi : Hai un guardaroba ben fornito se ricordo bene !, non c’è qualcosa di vecchio, nel senso di fuori moda, ma in buono stato, di cui ti potresti disfare ? Si -rispose Franco. Bene !, fammi vedere. A volte, trovandomi in difficoltà all’estero, me la sono cavata vendendomi la roba. Qualcosa si può ricavare e, se mancherà ancora qualcosa ci penserò io. Passammo qualche ora a riempire una valigia di abiti smessi e, fatto questo, facemmo i biglietti per Tunisi ... la prima tappa dell’operazione Akbar Maghreb.

A Tunisi, venduta rapidamente la "mercanzia di Franco" (grazie all’interessamento dei miei contatti che scherzarono sul fatto che, di sicuro, non eravamo Americani ... con le spese !), prendemmo il treno per Algeri, dopo aver fatto visitare a Franco anche le rovine di Cartagine. La piccantissima cucina Tunisina non era stata di suo gradimento : "ormai, sento il peperoncino anche nel cappuccino!" fu il suo ultimo commento, lasciando Tunisi. In Algeria non ci fu permesso il transito. La polizia ci perquisì a fondo e ispezionò anche il treno su cui eravamo. Trovarono persino una moneta da 100 lire e la riconsegnarono a Franco : gli era caduta dietro i sedili ... ! ?. Non so come, ma sapevano qualcosa ed era il caso di fare marcia indietro senza discutere troppo.

Rifacemmo il viaggio verso Tunisi. Feci presente la cosa al comando che mi disse di proseguire in aereo verso Casablanca. Avrei avuto un altro appuntamento con gli emissari Algerini di Akbar Maghreb, forse, ad Al Hoceima. Oppure, avrebbero mandato qualcun altro per l’Algeria. Franco fu ben felice di poter riprendere il viaggio verso Casablanca. La città gli piacque molto, anche il nostro agente a Casablanca gli riuscì simpatico, non facevano che ridere di tutto durante i trasferimenti. Ci spostavamo in autobus, davamo meno nell’occhio. Raggiungemmo Rabat, Meknès, Fès e ci fermammo qualche giorno ospiti di tribù Berbere sul Rif, nell’Atlante. Presi i contatti richiesti e, a missione conclusa, rientrammo a Casablanca per qualche giorno di relax. Visitammo la città, la Casbah, la Nouvelle Medina, i ristoranti migliori e ... le luci rosse dei "cafè Americain" di cui la Città era piena e dove si faceva la danza del ventre. Rientrammo verso l’Italia dopo circa venti giorni. I soldi erano finiti e viaggiammo in treno : Casablanca-Tangeri, traghetto per Algesiras (in Spagna) e treno per Madrid-Barcellona-Montpellier-Genova. Era il mese di Maggio 1983. E questo è tutto ciò che so dell’operazione Akbar Maghreb.

 

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